Siamo a Cadè, un piccolo paese tagliato in due dalla via Emilia che scorre lenta verso Parma, e ho davanti Maria Rita e Annalisa, due mamme che, insieme ad altri, qui hanno “costruito” un doposcuola per i bambini delle elementari.
Mi parlano orgogliose e contente dell’idea nata circa tre anni fa e portata avanti con impegno da loro e da quasi una quindicina di altri volontari: c’è chi è in pensione, chi fa la casalinga a tempo pieno, commercianti o mamme con i figli già grandi; a volte anche i fratelli maggiori vengono coinvolti per aiutare nei compiti.
Gli ambienti sono quelli della scuola di Cadè e l’idea non è nata da zero, ma è stata “presa in prestito” dal doposcuola che già esiste a Cella, poco distante da qui.
Il numero di bambini va da 25 fino anche a 28 alla volta, divisi per classe e, a parte una breve lista di regole da seguire, Maria Rita e Annalisa mi raccontano di quanto ci tengano i bimbi stessi ad essere sempre presenti. L’obiettivo infatti non è prendere ripetizioni di quanto non si è capito in classe, ma fare i compiti giornalieri assegnati dalle maestre. Usciti da qui, si può andare a giocare senza pensieri!
Da quest’anno in più, ci sono due novità: dopo l’ora e mezza di compiti (dalle 15 alle 16.30) Nironi, il forno del paese, porta pizza, gnocco e prelibatezze varie per merenda, e dopo essersi riempiti la pancia è prevista un’ora di palestra con le attività più varie. Con un programma del genere non è una sorpresa sentire dalle due mamme quanto sarebbero felici i bambini di avere il doposcuola due volte a settimana, invece di una sola com’è adesso.
L’idea inoltre, sarebbe quella di estendere l’attività anche ai ragazzi delle medie, ma ciò comporterebbe un impegno non da poco.
Per ora, in questa periferia di città, è già un bel risultato e, di questo, i bambini ringraziano.
Ottavia Dallaglio
Foto: Federico Contini
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