È da poco nato il Centro di aggregazione culturale Villa Canali, un altro luogo sociale di Reggio Emilia, con servizi, attività e occasioni di incontro per il quartiere, uno spazio comunale gestito da un’associazione di cittadini e frutto di un percorso progettuale avviato da tempo dalla volontà di rilanciare il senso di appartenenza a una comunità dei propri abitanti.
Ci raccontano la storia di questo progetto ambizioso, che ha previsto anche la costruzione di un nuovo edificio, Gino Belli, giornalista e Gino Farina, ingegnere consulente aziendale, entrambi tra i soci fondatori dell’Aps, da sempre abitanti di Canali, (I Canēi in dialetto reggiano), quartiere del Comune di Reggio a sud della città, a ridosso del confine con Albinea.
“Canali è stata sempre divisa in due – spiega Belli, che dell’associazione è anche Presidente “per caso” dice lui – da una parte l’antico borgo, chiamato Castello, dall’altra il contado, dove si trova la chiesa; la popolazione di Canali era nettamente divisa tra comunisti e cattolici, con anche, per dire, due squadre di calcio… La campagna ha visto sorgere, negli ultimi 25 anni, una serie di ville e villette, divenendo area residenziale abitata da persone e famiglie venute da fuori e che hanno mantenuto legami con i luoghi di provenienza.
La comunità di Castello, forte della sua matrice storica, ha mantenuto una sua coesione, ma in generale è maturato, specie nella componente anziana, un senso di solitudine e di isolamento, da qui è nato il bisogno di un punto di aggregazione.
Tutto poi è stato possibile grazie all’incrocio con la storia della famiglia Mazza e la sua eredità, una parte della quale, attraverso vari passaggi, è arrivata nel 2010 al Comune, con il vincolo di realizzare qualcosa di utile per gli abitanti di Canali.
Con l’idea del Comune di investire le risorse in un nuovo centro sociale, a partire dalla sua costruzione, nel 2016 si è costituita l’associazione Centro di aggregazione culturale Villa Canali, anche come strumento di gestione della struttura, che si è potuta inaugurare a settembre del 2022.
I 13 soci fondatori hanno avviato in vista dell’inaugurazione una campagna di tesseramento che ha portato circa 80 adesioni in poco tempo, speriamo che col nuovo anno altri se ne aggiungano”.
Che cosa state facendo per animare il Centro?
“Grazie ai volontari, siamo partiti con tre giorni di apertura e adesso il centro è aperto tutti i giorni! C’è un’anima “silenziosa” che si ritrova qui in modo semplice e spontaneo, anche solo per giocare a carte, tra amici, per qualcuno è un po’ casa. Altre attività programmate sono state progettate all’interno del percorso partecipativo dei Laboratori di quartiere, con il sostegno anche economico del Comune e dello staff di ‘Quartiere, bene comune’.
Come ad esempio il corso di alfabetizzazione digitale, perché uno dei bisogni individuati è anche di consentire alle persone di usare strumenti digitali, dai più semplici come lo smartphone, a quelli più complessi come il fascicolo sanitario elettronico, per restare connesse e usufruire di servizi.
Il corso, svolto da un giovane ingegnere informatico, ha avuto diversi partecipanti mediamente di età avanzata, così come un corso di ginnastica dolce, che sta andando così bene che le richieste ci porteranno a istituire una seconda sessione settimanale.
Una vera scoperta il viaggio all’interno del dialetto reggiano, articolato in un incontro con l’attore dialettale Mauro Incerti e in una collaborazione con la Scuola di musica e teatro Risonanze di Canali, che ha portato i ragazzi ad interpretare a loro modo alcune poesie dialettali, arrivando ad allestire uno spettacolo che ha coinvolto anche i poeti autori. è stato un modo di ri-scoprire le tradizioni, tra generazioni, e una lingua che tra i giovani è sconosciuta: di fatto il dialetto – ricorda Gino – era una cosa di cui ci si vergognava, chi varcava porta Santa Croce doveva smettere di parlarlo, “quando vai in città, parla in italiano” dicevano un tempo”.
Interessante anche il dialogo tra il Centro e l’iniziativa del “mercato di quartiere”…
“Grazie alla collaborazione con Coldiretti e Comune, ogni terza domenica del mese – racconta Gino Farina, referente del progetto – si tiene un mercato che coniuga sostenibilità e partecipazione, con la vendita di prodotti locali della nostra terra, bio, e tante iniziative e attività didattiche a tema specialmente per i bambini, in collaborazione con i volontari e le realtà educative del nostro territorio.
Dopo una prima fase sperimentale, considerato il bilancio positivo, ci auguriamo di poter proseguire nel 2023 con la collaborazione e il sostegno del Comune per le attività di animazione e della Coldiretti per allargare il numero delle aziende agricole coinvolte. Ci piacerebbe anche che questo progetto potesse includere e sviluppare le potenzialità del Parco Commestibile (un terreno messo a disposizione del Comune di Reggio nel cuore di Canali per realizzare un’azienda agricola con il concorso dei cittadini)”.
Come immaginate che proseguano le attività del Centro nel 2023?
“Siamo abbastanza fiduciosi e stiamo generando un bel movimento, certo il coinvolgimento delle persone disponibili a dare del loro tempo – sottolinea con franchezza Belli – non è facile, così come è difficile coinvolgere i più giovani. Per la verità ci sono dei ragazzi che vengono ogni pomeriggio a giocare a carte, ma vorremmo generare occasioni di incontro tra i giovani più organizzate, come delle serate musicali, per l’ascolto di musica d’ambiente.
In una società disgregata, dove il senso dell’interesse comune è un po’ smarrito, l’apertura di un centro culturale è una scommessa, è difficile “fare aggregazione”, la sfida è coinvolgere sempre di più le diverse età, ed è una sfida culturale, l’importante è che il centro risponda al bisogno di chi lo frequenta, che sia aperto e accogliente rispetto alle richieste e alle idee dei cittadini, che non siano di natura privata e commerciale, ma occasioni di incontro e partecipazione.
È una bella sfida anche guardando le date di nascita dei soci fondatori – scherza Belli – da Giuseppe Fontana, che rappresenta l’anima storica del paese, classe ‘41, e poi ‘38, ‘40 e così via… però ci sono anche due ‘84! La bellezza sta anche in questo, in questi sprazzi di vita autentica, di storie che si incontrano…”.
“Tra le iniziative che vogliamo mettere in pista il prossimo anno – aggiunge Farina – ce n’è una che riguarda il Parco Commestibile, pensiamo ad attività didattiche rivolte ai bambini, curate da Api Libere, una realtà di Codemondo che si occupa di apicoltura ed ecologia, interessata a collaborare con noi sul nostro territorio”.
“Arricchiremo l’offerta, adeguandola ai bisogni che abbiamo intercettato in questo primo trimestre, come ad esempio il tema della salute, della cura di sé, del rapporto alimentazione e benessere, o delle generazioni più giovani. Speriamo ci venga affidata da parte del Comune l’area verde pubblica che circonda il Centro, potremmo occuparci di allestirla e gestirla in modo che anche questa sia un’occasione per stare insieme.
Canali può essere la testimonianza della possibilità di ritrovarsi, tra singoli e come comunità: una frazione cresciuta rapidissimamente, inglobando persone arrivate da altre realtà, selezionate dal mercato immobiliare, rischiava di perdere l’anima, di non essere più comunità; il Centro di aggregazione, che si trova per altro in una posizione ben visibile e comoda, è un punto di ritrovo importante”.
In conclusione, pensiamo come i nostri due Gino che la risposta dei protagonisti e del pubblico dia un messaggio importante, di fiducia e speranza. Un augurio, infine, per il 2023: che la collaborazione continui a dare i suoi frutti e che cresca forte il seme del nuovo spazio di rinnovata condivisione sociale di Canali piantato in questo 2022!
Leggi anche “A Canali il parco è commestibile”
Foto @Federico Contini per Quaderno – Comune di Reggio Emilia
Sarebbe stato utile tracciare bene la storia del nuovo Centro sentendo gli attori storici come Giuseppe Fontana. Il lascito dei Mazza non arriva nel 2010 ma molti anni prima e non fu l’unico lascito. Poi fu molto impegnativo arrivare alla realizzazione. Storia che il nuovo cda dovrebbe conoscere per accrescerne il valore e l’impegno per il successo che merita.