Luca è uno studente di 18 anni, vive a Sabbione. La sua vita da liceale si divide tra studio, amici e sport, ma fin da piccolo ha nutrito una passione per la musica. Perciò da quest’anno ha deciso di iscriversi ad un corso di chitarra elettrica in zona. E lo ha potuto fare grazie ad una zona in particolare, Zona Franca, il luogo di Sabbione dove creatività, talento e idee prendono il volo.
Zona Franca è diventata ormai da diversi anni un punto di riferimento per tutta la frazione. Per saperne di più incontro Morena Guidetti e Patrizia Bonacini, due responsabili del progetto, in un tardo pomeriggio di fine luglio, nella loro sede. Rimango colpito dal loro spazio, un ex capannone riadattato nel quale si respira fin da subito un clima accogliente e cordiale. “Zona Franca è un’associazione di promozione sociale nata nel 2008 per volontà di un gruppo di genitori e conoscenti della zona, diventati amici grazie alle scuole frequentate dai figli” si presenta così Patrizia. “Venivamo da esperienze diverse, chi dal teatro, chi dalla musica, ma eravamo accomunati dalla voglia di creare uno spazio attrezzato da dare alla comunità che non avesse colore politico o religioso. Da qui Zona Franca, un luogo aperto a tutti”.
Se ci si guarda intorno si capisce fin da subito che questo luogo è vivo e pieno di attività. C’è un’enorme sala per le prove di teatro e i corsi di danza e sport, un grosso magazzino per le attrezzature da spettacolo, uno studio di registrazione e le aule per i corsi di musica e di lingua, un’ampia zona relax. Nel mentre arriva Vanna, volontaria come le altre. Qui tutti sono volontari. “Ho conosciuto Patrizia e Morena perché insegno alla scuola materna di Sabbione ed ero la maestra dei loro figli!”. L’attenzione ai rapporti umani è un valore fondante di Zona Franca. Alla mia domanda su che cosa rende questa realtà così speciale, Morena mi risponde: “Penso che Zona Franca abbia fatto del bene a tanti perché abbiamo sempre privilegiato la persona rispetto alle capacità, cercando il bene comune. Questa semplicità è stata contagiosa e ha creato intorno a noi un grosso movimento, in particolare per il teatro. Credo inoltre che la nostra forza risieda nel fatto che siamo rimasti sempre uniti in tutti questi anni”. Aggiunge Patrizia: “andiamo molto fieri degli eventi di beneficenza. Nel 2009 organizzammo un festival dove si esibirono molti artisti, il cui ricavato andò ai ragazzi della Casa dello Studente de L’Aquila rimasti senza libri e computer a causa del terremoto. Grazie al nostro aiuto riuscirono a laurearsi. Oppure nel 2012 ci fu uno spettacolo al Teatro Ariosto il cui ricavato andò in cure per bambini sieropositivi del Centrafrica.”
Giovedì scorso sono iniziati proprio qui gli incontri di cittadinanza per valutare le migliorie da apportare alla frazione in collaborazione con gli architetti di quartiere. All’ordine del giorno: animazione della comunità, mobilità dolce, attività per la terza età. Il cammino è appena iniziato, ma possiamo stare certi che porterà grandi risultati. L’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco non mancano a Zona Franca; sono realtà come queste che ci fanno apprezzare ancora di più la nostra città.
Alessandro Melioli
Foto di Federico Contini
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