Le spensierate giornate estive sono ormai un lontano ricordo. Ma se la stagione fredda è per voi sinonimo di noia e monotonia, al quartiere Gardenia non la pensano di certo così: per i ragazzi del quartiere si prospetta un inverno pieno di novità, ma soprattutto di colore. Al Circolo Arci Gardenia, infatti, si è deciso di dedicare loro uno spin off pomeridiano, legato al mondo della street art. A collaborare, in questo progetto, troviamo varie associazioni di volontariato: Associazione Via Fabio Filzi, PerDiQua, Filef, DarVoce, Polo Sociale Nord.
A parlarcene ci sono Santino Muto, presidente del Circolo Arci Gardenia, e Giulia Domenichini, socia del Circolo, che si è occupata di proporre l’attività all’Accordo di Cittadinanza di San Prospero Strinati, Tondo e Gardenia.
“L’idea di creare un’attività collettiva che coinvolgesse i ragazzi del quartiere è nata osservando come essi si rapportavano tra di loro al bar del Circolo. Il bar è infatti punto di ritrovo per parecchi giovani, che nei momenti in cui non hanno nulla da fare, specialmente nel primo pomeriggio, si danno appuntamento lì per passare il tempo. Fin qui nulla di male, se non fosse per il fatto che spesso questi “passatempi” sfociano in atti di microcriminalità, chiaramente non tollerati in un’attività circolistica”.
“Le origini di questa problematica sono fortemente legate alla storia del quartiere ed al cambiamento, di tipo sociale ed economico – spiega Santino – che ha subìto nel corso degli anni. Gardenia è un quartiere prevalentemente residenziale, appena fuori dall’anello del centro storico. Si è sviluppato attorno agli anni ’30-40’, in seguito alla costruzione di un calzificio, ed ha quindi origini operaie, con una grande presenza di alloggi popolari. La popolazione, da sempre molto variegata in termini di età, negli ultimi tempi ha visto l’afflusso di molti immigrati; ciò ha provocato un ulteriore divario di tipo economico, senza contare l’incremento di densità che ha portato Gardenia ad essere il quartiere più densamente popolato della città”.
Ed è qui che sorge il problema: “In una zona con una così alta concentrazione di persone -prosegue Santino – ci siamo resi conto che mancano gli spazi dedicati ai giovani in età pre-adolescenziale e adolescenziale. Per questo grazie al progetto dei Laboratori di Cittadinanza abbiamo iniziato a collaborare con l’Architetto di quartiere, e con le associazioni volontarie locali che già conoscevano la realtà di Gardenia. Ci hanno aiutato a mappare il quartiere, con l’ausilio di documenti, ed abbiamo così visto quante famiglie vi abitano, in che zona, e quali tipo di difficoltà hanno. Parlando degli adolescenti con gli insegnanti della scuola media “Enrico Fermi”, abbiamo rilevato che la fascia oraria più critica era il dopo pranzo: chi non aveva occupazioni come sport o attività ricreative si ritrovava a bighellonare per la strada o, come nel caso del Circolo Arci, nei bar, senza avere un luogo fisico adatto alle loro esigenze in cui trascorrere il tempo. Questo con spiacevoli conseguenze, dal momento che i ragazzi più giovani venivano spesso negativamente influenzati da quelli più grandi, anche a causa della grande vicinanza tra scuola media e istituto superiore”.
Che fare quindi per risolvere la situazione?
“Per iniziare – continua Giulia – abbiamo deciso di aprire anche ai ragazzi più grandi il campo giochi già esistente nel quartiere, organizzato da volontari e destinato, fino a quel momento, solo ai bambini più piccoli. Durante il periodo estivo è stato proposto un corso di frisbee di squadra, che oltre ad aver avuto parecchio successo tra i ragazzi, ci ha permesso di entrare in relazione con loro e conoscerli maggiormente”.
Sulla scia degli ottimi risultati del campo giochi, l’Amministrazione ha continuato a sostenere l’iniziativa anche nel periodo invernale:
“Come prima cosa, si è deciso di assumere un educatore per dare un connotato di continuità e profondità al progetto. D’accordo con l’educatore abbiamo poi scelto di coinvolgere i ragazzi in un’attività di street art, iniziata il 20 novembre, che si svolge tutti i martedì dalle 14.30 alle 17 circa ed ha come luogo di ritrovo il Circolo Arci. Il murales esito di questo percorso verrà realizzato sul muro di una vecchia fabbrica che era il punto nevralgico del quartiere. In questo percorso, l’educatore verrà affiancato da uno street artist. Il progetto continuerà fino al termine della scuola”.
In realtà, questo spin off vorrebbe essere la fase iniziale di un progetto più grande ed ambizioso. “L’obiettivo che ci poniamo – spiega Giulia – tra due o tre anni, è quello di dare ai ragazzi un vero e proprio centro giovani da autogestire. Ѐ vero che qui al Circolo Arci li ospitiamo, ma ciò avviene solo una volta a settimana e sarebbe bello se avessero uno spazio fisico in cui stare anche tutti i giorni. L’idea sarebbe quella di riqualificare l’edificio dove prima si trovava la protezione civile, ora abbandonato”.
Giulia e Santino ci tengono però a precisare che “si tratta, per il momento, di un’idea puramente astratta, che non fa parte degli accordi di quartiere. Ѐ un progetto in cui crediamo molto. Speriamo che possa andare in porto…si vedrà”.
Insomma, Gardenia è pronto a rifiorire, e non ha nessuna intenzione di aspettare la primavera per farlo.
Auguriamo ai ragazzi di godersi in pieno questo tuffo nell’arte, e alzi la mano chi non è curioso di sbirciare l’opera che stanno per realizzare!
Elisa Castagnetti
Foto Federico Contini
L’iniziativa nasce nell’ambito dell’Accordo di Cittadinanza di San Prospero Strinati, Tondo e Gardenia