Alzi la mano chi è stato, almeno una volta, a vedere una partita di calcio o un altro evento al mitico stadio comunale Mirabello. In tanti, vero?
Però in pochi sanno l’origine di questo bizzarro nome che non nasce affatto con la costruzione dello stadio bensì dalla costruzione di una dimora vescovile fuori porta. Infatti, è lo stadio che porta il nome della località e non viceversa. Ma perché proprio questo nome?
Si sa che in questa parte della città erano presenti i cosiddetti i borghi di porta San Pietro, citati una prima volta nel 1142, poi demoliti nel XVI secolo per motivi militari. Questi borghi erano per lo più abitati da senza terra, braccianti, operai, artigiani e commercianti che abitavano fuori le mura per ragioni, diremmo oggi, “logistiche”. Nei campi coltivati a prato fuori dalle mura cittadine, chiamati anche “braide” (termine di origine longobarda), nel 1217 si tenne anche una fiera. Una di queste braide era di proprietà della curia vescovile di Reggio, che a metà del XVII secolo vi fece costruire una villa detta, appunto, Mirabello.
Il nome, comune a molte altre località italiane, allude chiaramente all’amenità del paesaggio (è infatti composto da “mira” + “bello”), come il sinonimo “belvedere”, cosi chiamato forse per la bella veduta di campi coltivati e filari che si ammirava da quella posizione. Questa dimora estiva vescovile fu poi spianata qualche tempo dopo per fronteggiare l’esercito spagnolo che aveva assediato la città. Con la nascita dello stato italiano e la fine del ducato il terreno del Mirabello fu acquistato dal Comune di Reggio che vi realizzò la nuova piazza d’armi e la polveriera.
La costruzione dello stadio avvenne, però, a partire dal 1910, inizialmente costituita da un semplice un campo di calcio che andò, via via, sempre più ampliandosi sino al 1988, anno in cui fu ampliata la tribuna.
La Reggiana calcio vi giocò le partite casalinghe sino al 1995.