Daniela lavora all’Ovile, cooperativa sociale che nel luglio 2014 ha accolto a Massenzatico sette persone richiedenti asilo politico. Assieme al Centro di Lettura e ai volontari, in meno di due anni, ha dato l’opportunità di apprendere l’italiano a venti persone straniere.
“Nel 2014 avevamo bisogno di qualcuno che ci aiutasse ad insegnare l’italiano – racconta Daniela – e il Centro di Lettura di Massenzatico si è reso disponibile da subito. Così abbiamo organizzato un incontro aperto a tutta la cittadinanza per spiegare il progetto e per far conoscere le nuove persone ospitate nel paese. Poco dopo è iniziato il corso per gli stranieri”.
Un corso fuori dal comune e, in diverse occasioni, anche fuori dalla classe. “Il corso – spiega Daniela – è stato una vera e propria scuola di vita .Ogni studente era dotato di bicicletta, in questo modo oltre alle lezioni sui banchi hanno fatto anche diverse uscite all’aperto. Sono andati a visitare l’azienda agricola di paese che produce il latte, poi la latteria dove hanno visto la lavorazione del formaggio e poi la cantina. Per i ragazzi è stata un’attività molto importante, perché permette di conoscere i luoghi di lavoro in Italia ed è un modo per stringere rapporti con le persone del territorio”.
Sono molti i volontari che investono il proprio tempo nell’insegnamento agli stranieri. Con gli anni è aumentata la richiesta di una figura che li formasse e proprio per questo motivo è stato progettato un percorso dedicato all’interno dell’Accordo di cittadinanza firmato con il Comune. “Il gruppo di volontari è eccezionale – confessa Daniela – insegnano a titolo gratuito e si sono resi molto disponibili a seguire una formazione prima dei corsi”.
Il corso ha avuto un tale successo che è stato allargato non solo ai rifugiati politici ma anche agli stranieri che risiedono sul territorio. Ai sette partecipanti si sono aggiunti altri tredici studenti di nazionalità diverse. Un gruppo formato da cinesi, indiani, pakistani e ucraini, la cui eterogeneità non ha spaventato gli insegnanti volontari.
La voglia di prendere parte alla vita del paese ha spinto queste tredici persone a superare la timidezza e la diffidenza e a rimettersi sui banchi di scuola. Daniela racconta un episodio che bene spiega questo desiderio di integrazione: “il giorno dei test d’iscrizione c’era una coppia pakistana. La moglie, una donna molto giovane, non parlava neanche una parola di italiano, così il marito ha chiesto più volte di non metterla con altri pakistani per aiutarla a imparare l’italiano e conoscere nuove persone”.
“Durante la giornata inaugurale – aggiunge Daniela – alcuni adulti erano accompagnati dai bambini che frequentano le scuole del territorio e che conoscono bene la nostra lingua. È stato emozionate vedere la figura da interprete dei bambini che traducevano ai loro genitori in lingua madre. È una cosa preziosa, le nuove generazioni che fanno da ponte. Piccoli passi che rendono ancora più importante quest’esperienza”.
Oltre alla valenza pratica, il valore aggiunto di questa attività è la creazione di relazioni tra le persone. Daniela ci tiene a sottolineare che “questo è un momento di conoscenza e di aiuto reciproco sia per italiani sia per stranieri: un modo per costruire armonia e pace. L’inclusione si ha solo lavorando su relazioni e conoscenza”.
Chiara Ugosetti
Foto: Federico Contini
Ascolta il podcast della puntata #22 di Rumore Web e scopri i contenuti dei progetti all’interno dell’Accordo di Cittadinanza di Gavassa, Massenzatico e Pratofontana.