Una comunità che danza oltre il tempo con ZTA e il progetto Dal liscio al rave

Lo spettacolo di danza intergenerazionale ha portato gioia e unione nelle strade di Santa Croce

    Lo spettacolo di danza ZTA-Zona Temporaneamente Autonoma ha portato gioia e positività nelle strade di Reggio Emilia, con un evento oltre le convenzioni, che celebra il potere della danza e il protagonismo civico.

    Persone di tutte le età si sono unite al corteo danzante, da Via Vasco Agosti fino a Piazzale Europa. Questo evento, esito finale del laboratorio di danza intergenerazionale “Dal liscio al rave”, è stato il risultato di mesi di impegno, scambio di pratiche fisiche e conoscenza tra i partecipanti – cittadini di Reggio Emilia over 55 e under 25 – che ha creato un’unione unica e coinvolgente.

    Un’esperienza oltre le convenzioni
    Il corteo danzante ZTA-Zona Temporaneamente Autonoma ha unito la musica e i passi del ballo liscio ai ritmi primitivi e senza regole dei rave. Questa parata di corpi di età diverse ha preso avvio dalla balera del Centro Sociale Bocciofila Tricolore a passo di mazurca, per poi giungere allo Skatepark del Parco Innovazione, dove un DJ ha atteso il corteo per aprire un live-set. Lì, persone di tutte le età, dai bambini agli anziani, si sono unite alla festa danzante.

    Un mix di musica, parole e testimonianze dei protagonisti storici dei due universi di riferimento, dalla tradizione di Casadei e Castellina agli operai delle Reggiane e ai ragazzi dei rave degli anni ’90 e 2000, ha accompagnato il flusso ininterrotto di persone che ha ballato e creato un’esperienza di connessione autentica non solo tra le persone, ma anche coi luoghi attraversati.

    Un team creativo eccezionale
    La coreografia, curata da Lara Guidetti, con l’assistenza di Fabrizio Calanna, Sofia Casprini e Lara Viscuso – che hanno contribuito a trasmettere l’energia e la passione del progetto – ha sapientemente fuso le strutture del liscio e l’anarchia del rave e trasportato i partecipanti verso un “oltre” condiviso, diventando un unico “corpo di ballo”. Mentre Gabriele Tesauri ha fornito consulenza drammaturgica, Marcello Gori ha curato elaborazioni sonore e dj set, garantendo un perfetto equilibrio tra le diverse atmosfere musicali.

    Una collaborazione promettente
    Questa avventura danzante, all’interno di “Over Dance”, è stata voluta da FND/Aterballetto in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, Fondazione I Teatri e con il Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro, nell’ambito delle attività finanziate con fondi europei. Ha ricevuto il sostegno della Fondazione Manodori e inoltre, il Centro Sociale Rosta Nuova, il Centro Sociale La Mirandola, il Centro Sociale Tricolore e la cooperativa sociale Rigenera hanno contribuito con la loro collaborazione a creare uno spettacolo aperto a tutti e gratuito.

    L’idea che ha dato vita al progetto
    Circa un anno fa, le principali istituzioni culturali della Città hanno abbracciato il tema della longevità non come sinonimo di invecchiamento, ma come un processo in continua evoluzione che coinvolge tutte le fasi della vita, generando nuove opportunità di ridefinizione delle identità, sia soggettive che sociali.

    Il rapporto tra le diverse generazioni, la cultura del ballo popolare e la persistenza nel tempo di un nucleo originario che anima le comunità sono stati i concetti chiave che hanno dato vita a “Dal liscio al rave”, un progetto di danza intergenerazionale che ha coinvolto attivamente cittadini e cittadine di Reggio Emilia di età superiore ai 55 anni e inferiore ai 25 anni. Quest’idea ha trovato interesse e sostegno nel Comune di Reggio Emilia, ampliandosi in un progetto di partecipazione e diffusione culturale che abita e anima gli spazi della socialità.

    Danzare unisce e ispira il futuro
    Lo spettacolo è stato un grande successo, aprendo le porte a una nuova visione della danza e della partecipazione civica. Il sottotitolo “Dance is Over Time” sintetizza l’essenza dello spettacolo ZTA e del progetto “Dal liscio al rave”. La danza supera i confini del tempo, unendo le generazioni e diventando un linguaggio universale di espressione e relazione.

    Questa avventura danzante ha dimostrato il valore della partecipazione attiva della comunità nella creazione di un futuro condiviso, rafforzando la connessione tra le diverse generazioni e promuovendo la comprensione che la danza va oltre il tempo, creando un legame profondo tra le tradizioni del passato con l’innovazione e l’esplorazione del presente, un legame che continuerà a ispirare e a unire la nostra comunità negli anni a venire.

    Voci di entusiasmo e impegno

    Caterina: è difficile certe volte magari capirsi, ma la differenza di età non dev’essere un limite, o qualcosa che ci ostacola, anzi in realtà è più divertente lavorare così, perché ci si scambia un sacco di emozioni e punti di vista.

    Morena: la cosa più potente di questa esperienza è il lavoro di gruppo, sentire questa energia che cresce, che si moltiplica, che si espande insieme e quindi è contagiosa, si contamina, energie diverse che insieme si arricchiscono. 

    Antonella: se potessi tornare indietro nel tempo, sicuramente farei un’esperienza del genere, io ventenne che ballo con persone più grandi di me, che hanno sicuramente da insegnarmi qualche cosa, ma soprattutto vorrei ballare come le ragazze, sono fantastiche!

    Donato: un’esperienza molto positiva, la lingua della danza accomuna tutti, ha avvicinato noi più anziani verso i giovani, è una cosa che va provata, mi dispiace per chi non è potuto venire.

    Elena: il liscio per me è stata una scoperta, ho sempre visto i miei nonni ballare il liscio in Riviera ma non l’avevo mai praticato, è bello mettersi in gioco. Ora se mi chiedi di scegliere tra liscio e rave, ti dico non lo so, mi ha stupito il liscio, ammetto, mi piacerebbe approfondire.

    Monica: il liscio erano decenni che non lo ballavo, lo ballavo quando ero molto molto giovane, adolescente, qui ho rispolverato i balli di gioventù, ma dopo questa esperienza scelgo il rave, è più libero, è energia pura!

    Lanfranco: mi ha spinto a partecipare l’idea di mettermi in gioco con la danza, un linguaggio che conosco poco, solitamente pratico arti marziali, e di farlo in un contesto intergenerazionale e all’interno di un percorso, non solo un corso.

    Patrizia: io e molti dei partecipanti abbiamo dei limiti dovuti a tanti fattori, ma sono rimasta colpita dalla capacità della coreografa, non solo della tecnica, soprattutto della sua abilità nel trasmettere il senso di ciò che facciamo.

    Maria: mi è piaciuto tantissimo il rapporto con le ragazze più giovani, questo modo di mettersi in gioco, e poi ho adorato entrare nel mondo del rave alla mia età!

    >Scopri di più sul laboratorio Dal liscio al rave

    >Foto di Andrea Mazzoni per FND/Aterballetto e Comune di Reggio Emilia

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