“Mamma guarda, queste margherite sono per te!” È un calda e soleggiata domenica mattina di inizio marzo e ci troviamo immersi nel verde del centro sociale “La Paradisa” di Massenzatico. Un bambino sta raccogliendo i primi fiori primaverili spuntati qua e là tra le altalene e le siepi, mentre la madre lo guarda all’opera con un libro in mano, seduta su una panchina poco distante. Gli spazi verdi sono un patrimonio importante per una comunità. Qui a Massenzatico, così come nelle frazioni limitrofe di Gavassa e Pratofontana, sono consapevoli che è necessario un impegno costante per prendersene cura. Diversi cittadini sono attivi in prima persona per la tutela del territorio: parliamo di Lorenzo Bondioli e Giorgio Borghi, organizzatori dell’iniziativa “Scatta il Cammino“, in programma questa domenica.
“L’idea è nata all’interno dei Laboratori di Cittadinanza. Abbiamo pensato di creare un’iniziativa dove ognuno potesse segnalare tramite uno scatto fotografico una situazione di criticità legata alla viabilità ciclopedonale e alla cura del verde, in modo tale da poter poi fare un piano di intervento che tenesse conto delle segnalazioni dei cittadini”. Lorenzo Bondioli è il presidente dell’associazione “Gavassa Più Verde”, realtà attiva sul territorio da 25 anni, che ha lo scopo di rimboschire pezzi di terra pubblici e incolti tramite la riproduzione di piante e la messa a dimora, oltre che a studi di fattibilità. “Abbiamo iniziato anni fa con delle serre a Reggio, in via Cecati. Poi in questi anni abbiamo realizzato diversi progetti: dal filare di querce, in totale 52 alberi, della pista ciclopedonale di Gavassa, alle alberature all’altezza del cavalcavia della tangenziale. Le piante di solito ce le dà il Comune, anche se ultimamente le abbiamo iniziate a coltivare noi, sfruttando spesso la vegetazione che cresce spontanea nei nostri campi”.
L’associazione “Gavassa più Verde” è composta da soli volontari, ma capita a volte di avvalersi della collaborazione di esperti agronomi, come nel caso di Giorgio Borghi. “Io sono agronomo, laureato in gestione e sviluppo degli ecosistemi e faccio parte di Rurali Reggiani, associazione di promozione sociale attiva da quasi 30 anni con una cinquantina di soci. Ci interessiamo di tutte le tematiche legate al territorio rurale, dalla produzione di cibo, all’agricoltura periurbana, allo sfruttamento del suolo, fino al supporto alle attività agricole della nostra montagna”. Nonostante la giovane età, sono già tante le attività svolte da Giorgio in questi anni. “Mi sono occupato della tematica del trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per il caso dell’inceneritore di Prato e ho seguito attività legate alla valorizzazione dei prodotti di qualità dell’Appennino come vino e formaggi”. Un grosso vanto di questa associazione è quello di essere aperta a scambi internazionali, grazie ai quali i propri soci possono conoscere realtà rurali differenti. “Siamo stati di recente in Olanda, nella Frisia, per vedere come le famiglie agricole gestiscono il territorio. Qui le aziende hanno un peso importante perché spetta loro la cura dell’ambiente circostante. Con una gestione del paesaggio che prevede la piantumazione di siepi o filari di alberi, si ha un impatto naturale migliore, diminuiscono l’inquinamento di aria e acqua e si ha una qualità superiore anche del latte degli animali al pascolo. Là le aziende che portano benefici all’ambiente vengono premiate dallo stato”.
E a livello di educazione ambientale com’è la situazione da noi? Lo chiedo a Lorenzo. “Io da diversi anni insegno alla scuola elementare di Massenzatico e porto avanti tanti progetti educativi affinché i bambini fin da piccoli possano imparare cosa vuol dire prendersi cura del verde. In fondo basta poco, anche solo tagliare l’erba del prato di fronte a casa propria. Se tutti facessero una piccola parte non ci sarebbe bisogno di grossi lavori. Purtroppo però i volontari sono sempre meno e spesso anche nelle nostre frazione ci sono errate idee del verde, per esempio potature eccessive o incuria”. Una nuova consapevolezza riguardo all’ambiente e alla cura del territorio passa anche attraverso nuove modalità di lavoro. Per questo motivo, già da un anno, la cittadinanza di queste frazioni si ritrova per studiare soluzioni alternative ai percorsi ciclopedonali asfaltati nei punti più critici, per esempio tramite la costituzione di una rete di piste rurali che aggirano le vie principali attraverso sentieri nei campi. Il lavoro procede bene, ma è importante continuare: “è importante che chiunque partecipi ai tavoli di lavoro non si limiti a segnalare le criticità, ma ad impegnarsi attivamente. Giornate come quelle di oggi sono belle opportunità per stare insieme e imparare ad apprezzare ancora di più il proprio territorio. Seguiranno poi nelle prossime settimane altri incontri per proseguire questo laboratorio fotografico”.
Non facciamo in tempo a finire di parlare che la madre seduta accanto a noi si alza e inforca la bicicletta con il proprio bambino accanto e un mazzolino di fiori stretto nella mano, diretti verso la pista ciclabile. In lontananza una signora ci saluta: “foto fatta, ve la mando nel pomeriggio!”. A volte basta poco per prendersi cura del verde, uno smartphone, una mattinata di sole e la voglia di stare insieme.
Chiara Ugosetti
Foto: Federico Contini
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