Le proposte selezionate dal bando ‘I quartieri ripartono’ mostrano dei tratti comuni, o anche sfide, che le caratterizzano: sono iniziative centrate sulla dimensione della prossimità, quella del quartiere, che vedono i cittadini co-protagonisti nel dare risposte ai propri bisogni, con soluzioni ad alto tasso di creatività.
Dalla chiusura totale nuove aperture
L’esperienza del lockdown ha stravolto il quadro quotidiano della nostra convivenza, del nostro stare in relazione con noi stessi, con gli altri e con il mondo. La chiusura totale ha messo in luce fragilità vecchie e nuove ed ha tuttavia innescato una energia creativa e una fiducia che hanno generato nuove modalità di relazione, un circolo virtuoso tra solidarietà e aiuto reciproco.
Dalla geografia del lockdown disegnata attraverso il questionario ‘Reggio Emilia, come va?’ è emerso un paesaggio sorprendente: un particolare bisogno di vicinanza e la possibilità di colmarlo, oltre che con parenti e amici, anche attraverso relazioni di vicinato e di quartiere; nuovi modi di organizzazione della giornata e della faticosa divisione tra tempo di vita e tempo di lavoro; l’importanza del contatto con la natura e l’attività motoria; infine il bisogno di strumenti e competenze digitali.
Mantenere la rotta
Le risposte date dai reggiani al questionario hanno fornito la mappa ed anche la bussola di un percorso di partecipazione e collaborazione tra Comune e cittadini che mettesse tutto ciò a valore per continuare a stimolare la comunità nei territori a sperimentare risposte alle sfide ed ai nuovi bisogni.
Così si è arrivati all’approdo successivo: un bando pubblico, che ha chiamato Terzo settore e associazioni di volontariato e di promozione sociale a collaborare per co-progettare nuovi modi di prendersi cura della comunità e degli individui, nella dimensione di prossimità e migliorare così la qualità della vita dei cittadini.
Cosa è la prossimità
Qualcuno ha alzato la mano… Ecco, è una via di mezzo tra il sistema di welfare istituzionale e l’aiuto dato a un amico. Da un lato si riferisce alla scala fisica (condominio-strada-quartiere), dall’altro fa riferimento allo sforzo e alla volontà di mettere al centro delle scelte pubbliche la cura della persona e della comunità.
Gli esempi sono moltissimi: forme di solidarietà condominiale, baby sitteraggio condiviso, la vicinanza a persone anziane o fragili, gruppi di acquisto autogestiti, cittadini che prendono in carico porzioni di territorio in cui risiedono e lo abbelliscono; piattaforme digitali, orti di quartiere e molto altro.
9 proposte di prossimità
Sono state selezionate 9 proposte – tra le 39 che hanno risposto al bando – da realizzare tra ottobre 2020 e luglio 2021. Sono i progetti che meglio hanno capitalizzato l’esperienza del lockdown e intercettato le sensibilità e le fragilità del proprio quartiere, attivatori di risorse, relazioni, connessioni, con soluzioni nel segno della prossimità, declinata con creatività a seconda del contesto.
La prossimità è connessione tra persone e quartieri per Andata e ritorno Ronco-Cadè di Giro del Cielo e per StraripArte-connessioni Mirabolanti del Centro sociale Papa Giovanni XXIII; è dialogo tra generazioni attraverso la Storia e le storie di Pieve Modolena e Carrozzone per Abito quindi esisto della cooperativa sociale Cps; è coltivare l’orto per coltivare relazioni e far crescere nuova consapevolezza nel progetto Luoghi Comuni di Giro del Cielo attorno agli orti del Centro sociale Spallanzani.
E poi, ancora, la prossimità è apertura agli altri per Liberi intrecci-esperienze di quartiere aperto proposto dall’Associazione Galline Volanti; nella proposta Nuove abitudini 20+21 di Associazione culturale Cinqueminuti Aps è ascolto e inclusione sociale per il superamento di conflitti; è movimento fisico e benessere come stimolo a un nuovo modo di stare insieme e socializzare in Vicino al vicino di Uisp.
Due tra i nove progetti intrecciano la dimensione di prossimità al dialogo tra culture: Regeneration – legami relazioni e buone pratiche di comunità di San Giovanni Bosco coop sociale punta a costruire nuove reti sociali e di solidarietà attraverso un’ampia rete di partner tra cui il Circolo sociale culturale della comunità islamica Assalam; Stazione in movimento del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia onlus punta sulla cura degli spazi pubblici del quartiere attorno a via Turri.
E gli altri 30? Ovvero non bastano bandi per avviare i cambiamenti
9 proposte per oltre 50 soggetti coinvolti tra partner di progetto e associati e collaborazioni con attività di vario genere su oltre 20 quartieri di Reggio Emilia, da Cadè a Rosta, passando da Santa Croce e Carrozzone. Insomma c’era di che essere soddisfatti.
Ma in effetti, l’amministrazione comunale, l’assessorato alla partecipazione e lo staff di “Qua-Quartiere bene comune” seguiranno gli sviluppi anche degli altri 30, con l’obiettivo di non disperdere questo patrimonio di progettualità e svilupparlo quanto più possibile all’interno dei Laboratori di cittadinanza e nei prossimo Accordi che il Comune stringerà con i cittadini nei quartieri.
La disponibilità dei cittadini e delle cittadine di Reggio Emilia a spendersi su interessi generali e beni comuni non è un dato scontato, può nascere da sentimenti spontanei, ma poi è costruita e alimentata con un impegno costante e non va tradita o strumentalizzata, se no si dissolve. Insomma, è una risorsa che coltiviamo con cura.
Scopri QUA i progetti vincitori e tutti gli altri che hanno partecipato al bando.
Foto ©Federico Contini