Fogliano, terra di condottieri, economisti e benefattori. Già, perché proprio in questa comunità di poco più di 3.000 abitanti sulla strada che porta a Scandiano è passata parte della storia reggiana. Non ci credete? Ecco due nomi che dovrebbero farvi tornare alla mente qualcosa: Guido Riccio da Fogliano (o Fogliani) e Antonio Veneri. A molti verranno alla mente le due strade reggiane che portano il loro nome, situate al Tondo e a Santa Croce. Tuttavia i due personaggi sopra citati hanno segnato fortemente la storia locale e nazionale.
La famiglia dei Da Fogliano o Fogliani ebbe in feudo dal vescovo di Reggio il territorio di Fogliano ceduto a Guido I da Fogliano con parte delle decime della chiesa. I Da Fogliano erano signori originari di queste terre, e Guido I da Fogliano è considerato il capostipite di questa famiglia “guelfa” che si estinse, a causa di una lunga serie di delitti e vendette che portarono la famiglia al disfacimento, nel XVIII secolo. Guido, che si era imparentato con Papa Innocenzo IV incamerò la parte reggiana dei beni di Matilde di Canossa. Dei suoi figli, Guido II fu capitano del popolo a Reggio; Ugolino, podestà di Perugia; Matteo, podestà di Firenze; Guglielmo, vescovo di Reggio; Gilberto nel 1262 fondò Scandiano.
Dopo un breve periodo di signoria estense (1289-1306), dopo la quale furono reintrodotte le istituzioni comunali, Reggio tornò ai da Fogliano con Niccolò, che nel 1333 ne divenne signore. Di Niccolò era figlio il celebre Guido Riccio da Fogliano, condottiero che fu capitano dei Senesi nella battaglia di Montemurlo (1311)* contro i Pisani, da lui vinta; l’altro figlio Gilberto II invece fu signore di Reggio fino a quando dovette dare in mano la città agli Scaligeri (1335) che, a loro volta, misero in mano ai Gonzaga. Passata poi Reggio ai Visconti (1371), i da Fogliano, con a capo Francesco, si allearono con gli Estensi per rientrarne nuovamente in possesso. Persa la battaglia di Rubiera nel 1372, Francesco da Fogliano venne da loro giustiziato. Ciò non impedì un riavvicinamento alla casata viscontea del fratello di Francesco Guido Savino che si vide, così, confermati numerosi possedimenti, grazie anche al matrimonio del figlio Carlo con Isotta Visconti.
Diversa è la storia dei Antonio Veneri e della sua famiglia che, tuttavia, ebbe un’importante influenza sulla villa di Fogliano. I Veneri possedevano in loco numerosi poderi e tenute acquistati dal capostipite Antonio Veneri (1741-1820), divenuto conte sotto Bonaparte nonché senatore e ministro del tesoro nel regno d’Italia napoleonico. Figlio di commercianti di panni originari di Vetto, uomo onesto e abile contabile, fu nominato dal duca di Modena Francesco III d’Este responsabile dell’annona di Reggio, prestando servizio anche presso i Borbone di Parma, accentando altresì incarichi politici persino a Milano. Di natura umile e generosa Veneri viveva gran parte dell’anno tra le sue fertili terre foglianesi, curando in modo particolare la zootecnia e considerandosi un semplice agricoltore. La famiglia Veneri si estinse nel 1947 con la morte della contessa Amelia. La contessa, con un generoso lascito conferito poi all’Ente morale Veneri – composto da rappresentanti del Comune, del vescovo e della comunità di Fogliano – diede in eredità un’importante somma di denaro che sarebbe servita per la costruzione della scuola dell’infanzia, a lei intitolata e, ancora oggi, unica struttura per l’infanzia presente nella frazione.
Celebre è l’affresco di Guido Riccio da Fogliano all’assedio di Montemassi di Simone Martini (1330), ubicato nella Sala del Mappamondo di Palazzo pubblico a Siena.
Bibliografia:
P. Gasparini, Fogliano. Il Passato e il presente. Una villa del Comune di Reggio Emilia: storia, luoghi, persone, fatti. Istoreco, Comune di Reggio Emilia, 2013.