A Castellazzo non c’è molto: è una delle frazioni più piccole di Reggio Emilia e la sua strada principale è frequentata solamente per evitare il traffico delle ore di punta. Insieme a Masone, Roncadella e Marmirolo costituisce l’estrema periferia della città.
Eppure proprio qui si è avviata già da qualche anno una rivoluzione silenziosa. Chi entra in paese se ne rende subito conto: il cartello “Castellazzo” è abbellito da un vaso pieno di fiori, a indicare la cura degli abitanti per il proprio centro abitato.
L’ultimo e importante traguardo di questo nucleo di cittadinanza attiva è la nascita di un parco frutteto nel piccolo campo dietro la parrocchia. Un luogo lasciato in eredità all’unità pastorale dalle sorelle Sberveglieri, a cui il parco è intitolato.
Il progetto si sta sviluppando grazie alla partecipazione di tutti: sono stati piantati diversi alberi tra cui frassini, noccioli, meli e tre querce, che nonostante abbiano solamente pochi mesi di vita, crescono a ritmi da record grazie alla ricchezza di una terra lasciata incolta da anni. Ogni albero avrà il nome di uno dei bambini della comunità per favorire l’attaccamento, ma soprattutto il senso di responsabilità dei piccoli verso il proprio territorio.
“L’obiettivo del parco come spiega Raffaele Marmiroli, uno dei cittadini più attivi è quello di diventare un luogo di ritrovo e aggregazione, che sia per una messa domenicale all’aperto, per una lezione scolastica, per un picnic o solamente per mangiarsi un frutto.”
Questo crea un importante legame tra il passato e il presente e all’interno della comunità stessa: i piccoli imparano dai nonni le tecniche e i segreti per prendersi cura del verde che li circonda, e allo stesso tempo si forma in loro l’abitudine a interessarsi del luogo in cui abitano, impegnandosi concretamente per migliorarlo.
Ottavia Dallaglio
Scopri i contenuti dei progetti all’interno dell’Accordo di Cittadinanza di Masone, Marmirolo, Castellazzo e Roncadella.
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