Un murales per un quartiere

Passato, presente e futuro s’incontrano

È una domenica di metà luglio, ore 19.30, e al centro sociale Foscato di Reggio Emilia sta succedendo qualcosa di raro: mentre molti sono al mare o stanno tornando da una giornata in piscina qui si frigge gnocco fritto. No, non è questa la rarità, nel reggiano anzi, è la norma. Qui però si frigge tra il monumento ai caduti della seconda guerra mondiale e un gruppo di writers intenti a completare un enorme murales, lungo più o meno una ventina di metri, a due passi dal bar. Le due cose, inaspettatamente per chi guarda distratto, sono in realtà fortemente collegate.

Faccio due chiacchiere con Ettore Farioli, uno dei consiglieri del centro sociale, che mi spiega cosa sta succedendo: l’idea del murales è nata da un gruppo di ragazzi residenti qui al Foscato, con l’obiettivo di abbellire il quartiere e di ridargli in qualche modo nuova vita. Il soggetto, scelto dai ragazzi, è quello della resistenza partigiana, passata anche e soprattutto da questa zona: i volti rappresentati su questa enorme tela infatti, sono quelli di alcuni cittadini del Foscato che hanno lottato da partigiani negli anni della guerra; forte quindi il legame con il monumento posto dall’altra parte del porticato.

Il titolo dell’opera è “non mi sposti da qui”, un deciso richiamo anche alla resistenza del quartiere, che cambia ma non molla, anzi: grazie alle iniziative del centro sociale e grazie agli educatori del progetto NET, diverse generazioni hanno trovato un canale di dialogo, che oggi si riassume in una festa –quella dell’inaugurazione del murales- con dj set dei ragazzi del quartiere e gnocco fritto servito ai tavoli, dove le generazioni più mature guardano con occhio critico ma bonario i writers che dipingono, guidati dall’artista Youness, cresciuto proprio in questo quartiere.

Dopo aver conosciuto Sara e Roberto, educatori di Net, e aver ascoltato i loro racconti sul progetto, mi fermo a comprare qualche pezzo di gnocco fritto prima di andare a casa, da buona reggiana, e proprio in quel momento sotto al portico parte “Bella ciao” cantata a gran voce da tutti i presenti. E a cui, ovviamente, mi aggrego.

Ottavia Dallaglio
Foto: Federico Contini

Scopri il progetto QUA_Quartiere bene comune.

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Un commento su “Un murales per un quartiere”

  1. Più ci penso più mi vengono le lacrime agli occhi, l emozione è stata fortissima W il Centro Sociale Foscato w i giovani del Foscato W il Foscato che risorge

Rispondi a Crotti Simonetta Annulla risposta

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